Amiche e amici di Incontrocampo,
questa lunghissima estate sta per finire, e anche la vostra lunghissima attesa sta per concludersi: il 7 ottobre prenderà il via la nona edizione della vostra rassegna preferita, che ci accompagnerà fino al 25 novembre presentando, come di consuetudine, otto fra i migliori film usciti negli ultimi mesi.
L'apertura è un doppio omaggio a due grandissimi artisti: vincitore del premio per la miglior sceneggiatura a Cannes, "L'innocenza" segna il ritorno nel suo Giappone per il nostro amato Hirokazu Kore'eda, ed è ulteriormente impreziosito dalle musiche del compianto Ryuichi Sakamoto, qui al suo ultimo lavoro come compositore.
Ma se l'inizio della rassegna è tutto sommato "classico", il resto del programma è ancora più eclettico del solito. Non mancano, come sempre, i grandi autori: l'americano Richard Linklater, regista di opere indimenticabili come "Prima dell'alba" e "Boyhood", torna con "Hit Man - Killer per caso", irresistibile commedia applauditissima allo scorso Festival di Venezia. Ritroviamo anche Ali Asgari, del quale nella precedente edizione abbiamo proposto "Kafka a Teheran", con "La bambina segreta": film realizzato nel 2022, ma che solo in queste settimane ha trovato una distribuzione italiana. Occasione imperdibile per sostenere un regista che il regime iraniano, proprio dopo "Kafka a Teheran", ha di fatto ridotto al silenzio, impedendogli di realizzare nuovi film e perfino di andare all'estero.
Dalla Francia e dal Belgio arrivano due commedie eccentriche e fuori dagli schemi come "L'impero" di Bruno Dumont, parodia di "Guerre stellari" ambientata nel Nord della Francia, vincitrice del Premio della Giuria al Festival di Berlino, e "La sindrome degli amori passati", opera seconda di Ann Sidot e Raphaël Balboni, già apprezzati per "La folle vita".
La nostra attenzione alle cinematografie "minori" ci porta per la prima volta in Ungheria, con "Una spiegazione per tutto" di Gábor Reisz, premiato come miglior film nella sezione Orizzonti a Venezia, e in Bhutan, con "C'era una volta in Bhutan" di Pawo Choyning Dorji: due film che, con modi e toni diversi, offrono un ritratto della situazione politica e sociale in questi due stati. E, come sempre, ci piace riservare uno spazio all'animazione: questa volta abbiamo il piacere di potervi presentare l'esordio nel lungometraggio di uno dei più importanti animatori europei, Simone Massi, che in "Invelle" realizza un ritratto dell'Italia dal 1918 al 1978 attraverso tre episodi in cui la storia viene osservata "dal basso", attraverso gli occhi di tre bambini.
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